Il 14 Maggio 2011, al “Salone del libro di Torino“, è stato presentato, presso lo stand della Sangel Edizioni, l’ultimo lavoro di Francesco Capaldo: Leopardi tra critica e variantistica.
L’autore, che aveva esordito nel 2005 con Narciso (Edizioni dell’Ippogrifo, 2005), una raccolta di racconti, a cui aveva fatto seguito Fino in fondo (Edizioni progetto cultura, 2008), ora si è lanciato anche nel mondo della critica letteraria, andando a “scomodare”, per così dire, uno dei colossi della nostra letteratura: Giacomo Leopardi.
Ma il fatto che rende la sua critica singolare, che le regala quel pizzico di sapore in più, deve essere ricercato nella nuova visione che egli propone circa la genesi delle Operette Morali leopardiane.
Rimanendo sempre a cavallo tra questa opera storica ed un’altra di incommensurabile valore, cioè lo Zibaldone, egli dimostra l’inconsistenza della teoria secondo cui la redazione dello Zibaldone avrebbe preceduto quella delle Operette Morali.
Capaldo arriva anche a sostenere come, a suo avviso, lo Zibaldone avrebbe influenzato la scrittura delle Operette Morali.
Come ha suggerito l’autorevole vichista Vincenzo Placella, il libro di Capaldo è un libro senza alcun dubbio molto impegnativo, proprio per la profondità dei temi trattati al suo interno, ma anche molto interessante, poichè il rigore metodologico della ricerca è affiancato da una profonda passione per la letteratura.
Altro punto forte del libro, particolarmente apprezzato da lettori e critici, è stato il rapporto sinergico che lo scrittore è riuscito a creare tra la filosofia e la critica. Due elementi che alle volte non vanno proprio d’accordo, dal momento che una pone un po’ a freno l’altra. Nel libro di Capaldo, invece, i due elementi concorrono armonicamente alla composizione di una struttura narrativa solida ed efficace, capace di arrivare con precisione chirurgica alla mente dei lettori.
Ovviamente, come abbiamo già detto, si tratta di una lettura piuttosto complessa, profonda ed articolata; un libro molto erudito la cui lettura necessita di alcune conoscenze di base.
Per gli appassionati invece, un’occasione unica ed irripetibile per approfondire le tematiche leopardiane, ampliando le proprie conoscienze e riscoprendo l’innovativa critica di questo giovane autore.
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